Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
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domenica 5 agosto 2012

Frammenti: Il Dono P.2

Ricordo che il post originale è modificato, in quanto in uscita l'e-book del racconto

Fu alle superiori che cominciarono i guai: gli insegnanti non solo non ci seguivano, presi per lo più da frustrazioni familiari e beghe professionali, ma, se spiegavano, lo facevano in modo quantomeno discutibile: fissavano il vuoto e parlavano come a loro stessi, ripetendo a memoria le parole dei libri di testo. Spesso camminavano tra i banchi  leggendo il testo con voce piatta e facce ispirate, finché la campana suonava e… e quindi?!?
MA SEI PAGATO PER GIRONZOLARE CON UN LIBRO IN MANO?!?

 Il risultato era che non capivo una sola parola. Per quel che ne sapevo, avrebbero potuto parlare aramaico o cinese antico e sarebbe stata la stessa cosa.
Cominciai a tentare di studiare dai libri, che poteva ancora andare per storia e letteratura, ma cose come matematica o, peggio, latino?!?
Leggevo le parole, sempre tutte ammassate le une sulle altre come sardine, e queste perfide creature aliene subito cominciavano a tentare la fuga iniziando a mischiarsi. Io, tenace, le rileggevo e poi di nuovo e poi ancora.
Per ore.
Il risultato era sempre: MAH?
Il latino era al di là di ogni ragionevole possibilità.

Passavo i pomeriggi a piangere tentando di studiarlo, finendo per lasciare l’attività sportiva, gli amici e qualsiasi altra cosa, pur di riuscire ad imparare almeno le prime due declinazioni.
Non ci riuscii mai ed è inutile dire che le altre materie iniziarono a risentirne.

La mia vita alle superiori fu un tremendo calvario, una strada che precipitava sempre più giù, senza che io potessi trovare un freno o un appiglio da qualche parte, un paracadute, un cuscino, almeno!
(.............)

Grazie a lui passai gli esami, comunque, meglio di molti miei compagni: il mio tema fu il migliore della scuola in assoluto e il compito di matematica sufficiente, anche se un po’ tirato per le orecchie.

Gli orali passarono, mi torchiarono parecchio per via del mio terrificante percorso scolastico, e, con mia grande gioia, la commissione fu più che soddisfatta, al punto di credere che gli insegnanti fossero stati ingiusti nel giudicarmi.
Il membro interno avrebbe voluto incendiarmi, ma io provai una incredibile, sublime, ineffabile, soddisfazione e uscii da quella Corte Marziale con un sorriso sognante, stringendo mani e regalando benedizioni  e incoraggiamenti alle vittime ai compagni in attesa,
(..........)

Se avevo pensato che all’Università le cose sarebbero cambiate, mi sbagliavo. Prima o poi, scoprivo sempre che c’erano delle dicerie su “quella strana”.
Alla fine mi ritrovai a dover lasciare gli studi, ufficialmente per ragioni economiche, finii per cambiare un lavoro precario dopo l’altro, a lavorare praticamente gratis, anche se svolgevo mansioni di un certo livello, e questo solo per via della poca credibilità che avevo e della mancanza di quel famoso “pezzo di carta”.

Per anni lavorai per un’assistenza telefonica.
Cioè, uno studia una vita animali, alberi e montagne, per poi finire a blaterare sciocchezze in un telefono per quattro soldi. Sarà frustrante?

Alla fine, quando ero ormai alla disperazione, riuscii a convincere una riottosa conoscente ad introdurmi alla correzione di bozze e, finalmente, potei lasciare cuffiette e telefono.
Si, lo so che fa ridere! Ora suppongo che sarete lì ad immaginare una dislessica che corregge bozze e vi rotolerete, vero?

Beh, sappiate che è terapue ret terapeutico, ecco!
E che un dislessico è molto preciso, ci sta davvero attento alle cose, molto più dei normali. Vero che non sempre capisce dove sia l’errore, per carità, ma dopo un po’, dopo la ventiduesima rilettura, in genere comincia ad aver vago sentore di stranezza e, alla fine, con i suoi tempi, ci arriva.
Ovviamente lavora il triplo e guadagna un terzo, e deve trovare una casa editrice che sia paziente e comprensiva. Non una molto grande e famosa, con tanti tempi stretti, quella non lo prenderà mai.

Ad ogni modo, quel lavoro mi permise, finalmente, di andare a vivere da sola, facendo i salti mortali e rinunciando a tutto ciò che non era assolutamente indispensabile e a volte anche a ciò che lo era. Lavoravo tappata in casa, la mia vita sociale era un disastro, ma era meglio che niente. Il mio incubo ricorrente era restare senza lavoro e dover tornare dai miei con la coda tra le gambe.
No, non lo avrei mai accettato, piuttosto la morte! Piuttosto sarei andata a lavare i finestrini delle auto ai semafori!

Poi, un giorno, successe qualcosa…
(...continua link p.:3)

7 commenti:

  1. ..eccomi:)
    non vedo l'ora di sapere cosa succederà..

    se la prende nà bella rivincita sta' ragazza, si?!?!?
    eddai..

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  2. Sssiiii, ma non è tutto qui...è complicatino, ve l'ho detto, doveva essere una ventina di pagine, invece...è uscito il triplo!!!!
    Forse dovrei creare una pagina statica apposita, ma...
    Beh, per ora abbiate un po' di pazienza, sai che non metto due "puntate" di seguito.
    Domani postiamo le spiegazioni sulla Prehnite, poi un paio di cosine, e poi comincia la parte divertente e, purtroppo, non più autobiografica.
    Checcavolo!!!!

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  3. Guarda. non devi affatto preoccuparti..chi viene qui lo fa con piacere e legge con piacere ciò che scrivi..quindi tranquilla!!
    ..autobiografica..ah ma allora...allora avevo intuito bene.....?!!?

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  4. Ma quanto è superficiale la gente!!! Comunque... dai dai che voglio leggere il resto!!
    Perchè non più autobiografica??

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  5. Perché io non ce l'ho una zia valdombriana!!!! BUHUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  6. Eh, ma non posso mettere tutto di fila, però!!!

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