Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

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Su, su, guardate, guardate...

domenica 30 giugno 2013

Pendente "Everything I Do..."

Bene, postiamo l'ultimo pezzo importante partito la settimana scorsa...no, due settimane fa (come vola il tempo!).
Per coprire il meno possibile la pietra,  ho usato filo 0.6mm invece che 0.7 o 0.8.
Purtroppo non siamo riusciti in tempo ad avere lo 0.2mm, per cui ho dovuto cucire uno 0.6 con uno 0.3, cioè un filo appena la metà di quello da struttura, quindi è stato necessario cambiare parecchio il disegno di partenza, a causa anche della morbidezza dell'Argento 925.

Vediamo un po'...
Questo è il soggettino:

Con due luci diverse, sto diventando proprio megalomane!
Qui il posteriore:
Lati: 1)
 
e 2):
Assieme al pendente ho regalato alla cliente un laccetto di cuoio molto semplice, che però le è piaciuto un sacchissimissimo! Devo dire che è la mia cliente preferita. ^_^
Corretta, sempre puntuale, entusiasta, fantasiosa, un po' bambinona (in senso positivo), molto crucca.
 Opale Boulder Australiano (di proprietà della cliente), piccola Acquamarina, cinque Tormaline policrome.
Filo d'Argento 925 0.6mm= 2.05 m, Filo 0.3= 8.95m, Filo d'Argento 800 0.4mm= 15 cm,
Ottone 0.6mm= 40 cm, 0.3mm= 130cm
 
Laccio di cuoio 4mm=45cm, Argento 925 0.7= 28cm, Filo placcato argento per i capocorda e la "S" non pervenuti (la "S" è provvisoria, la farò in Argento per settembre).
 
Si, mi pare di aver messo tutto...è carino?

mercoledì 26 giugno 2013

Pietre per corrispondenza...

Questa sera parliamo di pietre, ma di una storia triste.
Tristissima.
Anzi, peggio!
Solitamente prendo le pietre o "soffiandole" ai miei amici gioiellieri, o alle fiere, o in un paio di posti "fidati" che conosco.
A parte il soffiaggio agli amici, dai quali cerco di recuperare pezzi d'avanzo o fili a metà o meno, riesco a trovare le "ceste dei rottami" in un punto vendita di alto livello e gestito da persone con notevole conoscenza ed esperienza.
In altri casi, se parliamo di pietre forate, quindi più economiche, sono costretta a comprare i fili interi.
Economici, per carità, ma se parliamo di grandi cifre, altrimenti è chiaro che un fili può costare ben più di un gioiello commissionato.
Faccio l'esempio dell'Acquamarina: un anno e mezzo fa mi servivano pochi pezzi e mi ero letteralmente innamorata di pietre a taglio "fancy" in un negozio che conosco.
La signora, togliendomi il fermaglio e facendomi un buono sconto, riusciva a farmi pagare il filo circa 450 euro. Facendo il conto, ogni pietra costava meno di 13 euro...
Non era un granché, per carità, ma il problema era pagarle tutte insieme!

Presumo che questo sia un problema per molte persone, soprattutto fuori fiera e soprattutto se non si ha una grande esperienza.
Quindi, il primo consiglio è sicuramente STUDIARE, STUDIARE, STUDIARE!!!!!
L'ideale sarebbe studiare non su libri, ma sul campo, che a volte è un po' più difficile da realizzare.

Ma al di là di questa ovvia opzione, oggi si trovano una marea di siti web dove si possono trovare pietre a fili o anche sfuse, in confezioni da tre, cinque o sei pezzi, per esempio.
Ho sempre avuto molta resistenza a comprare da un sito web, magari non di pietre soltanto, ma di componenti, minuteria, attrezzi e pietre, ma un giorno mi sono buttata e ho comprato una confezioncina di Labradoriti.
Non male, prezzo molto basso, qualità dignitosa, così ho ritentato con dell'Occhio di Tigre.
Carini pure quelli, un taglio simpatico.
Però, lo ammetto, le mie resistenze non erano vinte, anche se la voglia di tentare qualche altro acquisto e la curiosità non mi mollavano.
Insomma, ho fatto un altro paio di tentativi con pietre, come dire, a basso rischio e mi è andata relativamente bene.
Ho tentato con la Pietersite, una pietra che adoro, ma difficile da trovare e, trovandola, spesso bruttarella.
Effettivamente le tre acquistate erano scarsine, ma essendo il prezzo molto basso e due già prenotate, andava bene.

Ma poi...ecco che casca l'asino!
Pochi giorni fa, dovendo ordinare un altro paio di cose e avendo nessuna voglia di pagare più di spedizione che di merce, ho iniziato a cercare cosa avrei potuto comprare di sfizioso, senza correre troppi rischi.
Infatti, ho preso una delle pietre più a rischio.

C'era la foto di un tipo di Quarzo Lemon, notoriamente scaldato per il 90%  dei casi, così come il Citrino e cugini vari (Madera, Prasiolite o Ametista verde), tagliato a goccia briolette con foro laterale.
Ebbene, io adooooro quel tipo di taglio!
La confezioncina era 4 euro circa per otto goccioline.
Eppure non ero convinta. "Dai, Su, buttati!" Diceva Leonardino contemplando lo schermo con me: "In fondo non andiamo in malora per 4 miseri euro, no?"
"Sono 4 pappe per te, Leo"
"Ah, giusto!"
Nella sua testolina felina 4 pappe sono descisamente più tangibili e interessanti di otto goccioline di pietra giallina.
In fondo, pensavo, la cosa peggiore che può succedere è che siano scaldate, no? Ma la maggior parte della gente usa pietre scaldate!
Infatti io NON compro Quarzo Citrino, ad esempio.
Ma se me ne chiedono, e se, spiegando che il Citrino naturale è raro, difficile da trovare e soprattutto costoso, mi viene detto che va bene anche scaldato, io eseguo, no?
Quelle deliziose goccioline mi potevano davvero servire per un sacco di cose!

Ma cos'era a rendermi così dubbiosa, dal momento che ancora non le avevo in mano e dovevo accontentarmi di una foto?
Vediamo la foto, per cominciare:
 
Come possiamo vedere, la foto è su fondo bianco, piuttosto sbiadita e con una mancanza di contrasto e particolari. Nel sito si può ingrandire ulteriormente, ma non è possibile salvare la versione ingrandita.
Vorrei sottolineare che fotografare le pietre non è facile, anzi, sono forse una delle cose più difficili da riprendere correttamente.
Per questo motivo, i siti professionali, offrono foto molto particolareggiate e con illuminazione apposita, contrasti, sfondi che diano il massimo risalto al soggetto.
Una delle astuzie più usate, è creare il punto luce, cioè far in modo che la fonte di illuminazione faccia scintillare uno spigolo in modo maliardo.
Ovviamente stiamo parlando di siti professionali, che vendono pietre molto costose, e che hanno mezzi, necessità e abitudini molto diversi.
Questa foto mostrava delle gocce che potevano essere veramente qualsiasi cosa.
Ma, alla fine, al massimo, pensavo, sono scaldate, magari un po' palliducce! Andiamo, investo 4 euro!
 
Ed ecco che arriva il pacco.
prendo la bustina trasparente e, prima di aprirla, ho avuto una pessima impressione.
Ho estratto le pietrine e...vetro!
Non quarzo di qualità scarsa, scaldato, pallido, no!
Vetro!! Pezzetti di vetro!
Beh, ho provato una grande amarezza.
Non per i 4 euro, che potevano servire a 4 scatolette per il mio "capo", ma per la fiducia che riponevo in quel negozio on line.
Io ho fatto un tentativo, ma quanta gente compra entusiasta quei sassetti e non saprà mai che sono pezzetti di vetro?
Mai, almeno finché qualche cliente non se ne accorgerà, creando quindi un grande imbarazzo o facendo fare una ben magra figura al povero/a venditore/artista.
 
Come facciamo, allora, a capire, almeno una volta che le pietre sono in mano nostra, se abbiamo buttato 4 pappe o meno?
Bene, esaminiamo un attimo.
 
Primo: temperatura.
La pietra autentica è sempre più fredda dell'ambiente. Ovviamente, tenuta in mano per un po', diventa più calda, ci mancherebbe, ma "a riposo" è fredda e tanto più lo è quanto aumenta la trasparenza.
 
Mi spiego: una pietra come il Diaspro, ad esempio, porosa e "densa" è meno fredda di un Quarzo, ma più di una Malachite.

Secondo: Luce. Anche questo vale per le pietre trasparenti, naturalmente. Ora, Purtroppo io non ho in casa pietre tagliate simili al Quarzo Citrino, o lemon, per cui dobbiamo confrontare gli elementi di cui parliamo con pietre diverse.

Come dicevo, fotografare le pietre, soprattutto quelle preziose, non è facile...secondo me, però già riesce a rendere l'idea.
Vediamo le goccioline che non hanno alcun contrasto tra le faccette, mentre le Ametiste hanno continui contrasti e, ben visibile, il "fuoco", totalmente inesistente nelle gocciole.
Vediamo che in queste ultime non c'è alcuna "forza vitale", sono opache, spente, mentre le Ametiste sembrano saltare sul tappetino di sale.

Ma veniamo a ben altre "magagne" (che non so come si dice in italiano), sperando di riuscire a mostrarle nelle foto.

Ecco, vediamo una pietra autentica tagliata:
Purtroppo i segni sono un po' troppo leggeri, ma non volevo coprire la pietra.
Vediamo il taglio vivo degli spigoli, segnati dai cerchietti rosso chiaro.
La cintura, tra le righe gialle, sottile e leggermente bombata, nonché "plastica", cioè mostra di seguire l'andamento delle faccette.
Infine, segnato dal cerchio rosso scuro, abbiamo la manifestazione del "fuoco", nel padiglione (la parte inferiore) della pietra all'intersezione delle facce.
Ovviamente il fuoco è molto meno visibile in un taglio a goccia, che non ha la parte profonda, ma troveremo sempre un effetto che possiamo barbaricamente definire "flash"
La mia Ametista non è forata, essendo un taglio a brillante, ma nel caso, il foro ha sempre margini netti e taglienti (all'aspetto, non ci si taglia, tranquilli!)
 
Vediamo invece cosa succede qui sotto:
 

La cintura è molto larga, molto bombata, sembra un'autostrada che divide a metà la goccia. Vediamo poi le faccette, segnate nella parte inferiore dalle lineette rosse, piuttosto arrotondate e abbozzate, non nette e decise come nelle pietre vere. Inoltre, già in questa foto, possiamo vedere come il foro sembri leggermente "sciolto" sui bordi, come se la, ehm, pietra, non fosse stata forata, ma fusa e raffreddata intorno a un ago o un filo.
Qui si vede molto meglio: nel cerchio alla vostra destra, vediamo il bordo del foro molto irregolare e arrotondato, quasi sciolto, ma, nel cerchio alla vostra sinistra, vediamo ancor meglio la presenza di una conchetta. Attenzione, non si tratta di una scheggiatura, ma proprio di una conchetta formata durante il raffreddamento del vetro.
Anche qui si vedono le faccette prive di nitidezza e piuttosto appiattite.
Al tatto la goccia non è fredda, non presenta mai velature o inclusioni tipiche dei minerali, ma molte bollicine tipiche invece del vetro per irregolarità della sabbia per la fusione e del raffreddamento.
Sembra di toccare qualcosa di prossimo alla plastica, solo un pochiiiiiiino più freddo.

Queste, in breve (si fa per dire) sono le caratteristiche più evidenti quando compriamo delle pietre, o presunte tali, per poter capire cosa abbiamo in mano.
Naturalmente ci sono ben altri parametri, tipo la durezza, la sfaldatura, lo striscio, il peso specifico (variabile però da pietra a pietra e a seconda della zona di estrazione, per esempio i Quarzi del Madagascar hanno un peso specifico inferiore a quello dei medesimi alpini o brasiliani), ma non sono caratteristiche immediate per chi compra un filo di qualcosa on line o meno che sia.

Spero tutto questo sia di qualche utilità. ^_^

giovedì 20 giugno 2013

Frammenti: Il Dono p.16

Post modificato, restano a disposizione brevi estratti dei capitoli
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...Fu il profumo a svegliarmi.
Un incredibile profumo di vaniglia fiorita che entrava dalla porta finestra appena socchiusa, salendo dai piani inferiori.
“Mirko!” pensai. Doveva aver di nuovo invaso le cucine dell’Hotel per preparare qualcosa di favoloso!
Per me, realizzai con una stretta al cuore.
Già… in un altro momento sarei stata felice per quel semplice gesto di amicizia, ma quella mattina rappresentava un addio.
Cioè, addio, un attimo! Un arrivederci e speriamo presto!
Insomma, in fondo potevo saltare in macchina e venire su quando volevo, no?

Squillò il cellulare: “Tesooooro!!! Io sono arrivato ora in aeroporto, Tttréméndo! Per un voletto di quattro ore, ci vuole tutta la notte! Tu quando arrivi?”
“Ehhh??? Ma sono le sette! Insomma, io partirò tipo alle dieci, forse un po’ dopo…”
“No, cherie, sono le otto! Quanto arrivi, vieni direttamente a casa mia, così prepariamo un piano. Ricordi il fratello fighissimo ed eterochesfiga della ragazza con cui ho fatto amicizia? Beh, è un genio del computer, così, quando ho spiegato che ti stavo coprendo e che in teoria avresti dovuto essere là con me, mi ha dato una mano!”
“Cioè?”
“Cioè… tu appari sorridente ed abbronzata in diverse foto. Così, per magia! Non è grandioso? E ho anche comprato qualche carabattola per tua –sigh!- madre”

“Frà, sei un genio!! Davvero, non so come avremmo potuto…”
“Oh, non ringraziare me, ringrazia Amelie e –sigh!- Laurent. Peccato, davvero peccato! Avrebbe potuto essere l’uomo della mia vita! Ah, che destino ingrato! E abitano pure a Bourges, figurati! Non lo rivedrò mai più, lo sento!” gemette penosamente.
“Beh, Frà, ma se è etero, meglio così, no? Almeno te lo levi dalla testa…”
Azzardai trattenendomi dal ridere: Franco fa sempre il melodrammatico in queste situazioni, ma in fondo non ci crede nemmeno lui!

“Oh, non so… forse… Oooh, che eccitazione, possiamo iniziare il trasloco domani stesso!!! No, magari meglio domenica, devo riposarmi, riprendermi! Questa vacanza mi ha sfinito! A bientôt, cherie!”
Guardai l’ora… dimenticavo sempre che in Valdombra non c’era l’ora legale.
Il trasloco.

Che bello! Peccato dover pagare la penale per non aver dato un preavviso e non aver concluso il contratto, ma pazienza!
(...)

...Feci un cenno con la mano, neanche avesse potuto vederlo, da laggiù, ma, d'altronde, chissà! In fondo era un Lupo e non un lupo qualunque, per quanto nessun lupo sia un lupo qualunque.

L’ultima immagine della mia vera Vita, fu il Lupo che si stagliava minuscolo contro il cielo, di sentinella.
La zia aveva ragione: non avrei dovuto cercare la strada, sarebbe stata lei, sempre, a trovare me. E a venirmi a cercare.
La radio crepitò, captando segnali dimenticati per dieci giorni lunghi come dieci anni, e la voce di Sharon Den Adel esplose avvolgendomi come un improvviso soffio di brezza, ma forte come una liana:

Birds and butterflies
Rivers and mountains she creates
But you'll never know
The next move she'll make
You can try
But it is useless to ask why
Cannot control her
She goes her own way

She rules until the end of time
She gives and she takes
She rules until the end of time
She goes her own way
 
 

 
Fine...?

lunedì 17 giugno 2013

Orecchino "Echoes"

Finalmente posso postare l'altro pezzo di questa "strana" ed anomala parure.
Eccolo, indossato dalla legittima proprietaria:

 
Immagini un po' più dettagliate. L'Opale:
L'orecchino in fase di costruzione (infatti dopo non stava più in quella scatolina):
Prove prima del montaggio:
I due gioielli insieme. L'orecchino non è ancora montato in quanto ho aspettato che la Monica lo provasse prima di attaccare l'Opale, in caso di problemi:
 
Orecchino: Opale Boulder australiano, 5 perline barocche d'acqua dolce, 85cm di Argento 925 da 0.7mm, 4.65m di 0.3 (sempre 925)
Pendentino di Opale: 80cm di Argento 925 da 0.6mm, 1.5metri di 0.3.

lunedì 10 giugno 2013

Anello "Echoes"

Che bello, pensavo di avere già pubblicato l'anelletto, qui, invece no!
Rimedio, perché conto di mettere giù diverse cosette nei prossimi giorni, giusto per par condicio con il mese scorso, infaustamente vuoto (di post, non di lavoro, per fortuna!).

Questo è un pezzo di una specie di parure anomala, basata su un pezzo dei Pink Floyd molto particolare, di cui la cliente è innamorata.
Echoes dura 24 minuti circa. La cliente avrebbe voluto un pezzo su Echoes e uno su "A Great Gig in The Sky", che però a me proprio non sconfinferava...vuoi perché cantato da, come dire, un'estranea (Clare Torry), vuoi perché non funziona così: è sempre il gioiello a scegliere la sua musica.
Io mi adeguo.

Alla fine, dal momento che un solo piccolo oggetto mi pareva pochino per quasi mezz'ora di musica, ho pensato di metterli dentro Echoes tutti e due.
Quasi tre.
Però, stasera, mettiamo solo il primo, l'anellino, anche perché per l'altro pezzo mi serve una modella, per forza.
Eccolo qui:
Opalino nero di un carato e mezzo, ovvero circa 8mm per 5,
120 cm di Argento 925 da 0.6mm
315 cm di Argento 925 da 0.3
misura 7/25
Purtroppo il flash lo ha flashato...ma non potevo fare diverso. Spiace...
Lato1: 
Lato2:
Lato..."B":
Indossato:
Insomma...spero si veda benino, ho fatto del mio meglio... 

sabato 1 giugno 2013

Frammenti: Il Dono p.15

Post modificato, restano a disposizione brevi estratti dei capitoli
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...“Hanno ucciso la notte…” sussurrai tra me.
“Ovviamente! Lo fanno con tutto ciò che non riescono a controllare… perché sei schizzata per aria?”
“MA PORC...!!!!!! Ma devi proprio piombare alle spalle della gente in quel modo?!?”
“IO non piombo! Sono un Lupo, IO! Mi muovo leggiadro e silenzioso! Siete voi umani che siete terribilmente nevrotici!”
“Ma mi hai fatto prendere un accidente!!! Ti sei mai chiesto perché gli umani saltino come molle quando non piombi leggiadro e silenzioso alle loro spalle?”
“Scherzi?!? Sono secoli che me lo chiedo!”
“ E che risposta ti sei dato?”
“Ah, niente, che siete nevrotici e stressati. Da migliaia di anni. Decine di migliaia, probabilmente. Strana specie, la vostra”
Stressati… certo, come non esserlo, in quella gabbia di matti?
“Dove hai imparato la parola stressati, dimmi?”
“Boh? Sai com’è, a furia di frequentarvi mi sto imbarbarendo”

Sospirai, tornando a sedere sulla pietra accanto a lui. Emanava quella strana frequenza, un misto di forza e dolcezza, di quiete e giocosità, di coraggio e prontezza, che faceva sentire al sicuro.
“Adoravo i lupi, prima di conoscerti”
“No, adori i Lupi perché mi conosci. Da sempre.” Chiosò soddisfatto.
Gli lanciai un’occhiataccia, lui per tutta risposta si stiracchiò con una specie di uggiolio. Veniva quasi da grattargli il pancino.

“Bella questa cosa che facevi…”
“Quale?”
“Di scappare da scuola di notte. Vedi che essere allattati dai lupi fa bene? Sennò, magari saresti stata solo una di quelle ragazzette inutili che ronfavano ubbidienti nei loro lettini”
“Non era scuola, era la colonia estiva”
“Uguale”
“L’altra ragazza non è stata allattata dai lupi. Non credo.”
“Boh, qualcuno c’è che si salva, là in mezzo, eh!”
(...)



“Jo? Ma quell’incantesimo che stai facendo ai miei, no?”
“Si?” 
“Beh, mi chiedevo… non è che potrebbe continuare in qualche modo o magari che ce ne potrebbe essere uno simile? Insomma, ho una certa inquietudine all’idea di rincontrare mammina…”

“Ecco, diventerà sempre più difficile, a meno di trovare qualcosa cui lei possa credere, con un piccolo aiuto, per i fatti suoi.
Eva, la gente che incanto normalmente è del tutto inconsapevole e ha di suo l’inconscio programmato a non ricordare determinate esperienze, per loro traumatiche. Non sono sospettosi, né prevenuti, non si difendono.

Ma lei sa. Io ero piccola, ma a quel tempo tutta la famiglia ne discuteva, ci furono litigi con tuo nonno e tuo padre. Con lei, poi, non ti dico!
Ci fu perfino chi pensò di lasciar fare a Vehar, chi riteneva che lui potesse andare a prenderti e riportarti qui, di nascosto.
Ma non era possibile: noi dobbiamo stare attenti a non attirare troppo l’attenzione del mondo esterno su di noi, capisci, vero? Non possiamo metterci a rapire i bambini!
Io ero molto triste, perché i miei parenti erano tutti molto più grandi di me e, con te, avrei avuto una cuginetta con cui giocare… pregai mia mamma di tenerti con noi, di adottarti, dall’alto dei miei due anni, ma non era possibile. Se loro avessero commesso dei reati verso di te, e i servizi sociali avessero tolto loro la patria potestà, allora mamma avrebbe potuto prenderti in custodia, ma non era così. Non c’erano gli estremi, anche se, a parer mio, avrebbero dovuto.” Prese fiato: “Così, dopo un anno e mezzo di liti, buttarono definitivamente fuori di casa Greta e, niente, non ti si vide più. Ma noi aspettavamo il momento buono.”

Quindi, alla fine, mia madre aveva ragione, su una cosa: il suo terrore che la zia mi portasse via era reale, non era un suo ridicolo vaneggiamento!
E loro, per tutti quegli anni, avevano aspettato pazienti.
Mi erano stati vicini, sempre, mai visti, mai uditi, sempre presenti. E, ora, trent’anni dopo, capivo i miei sogni.
La donna bionda che mi prendeva in braccio cantando e facendomi ruotare in un giro di valzer, era la madre di Jo.
Il sogno era la realtà e la realtà era sogno.

 


(...continua link p.: 16)