Ricordo che il post originale è modificato, in quanto in uscita l'e-book del racconto
Il
risultato era che non capivo una sola parola. Per quel che ne sapevo, avrebbero
potuto parlare aramaico o cinese antico e sarebbe stata la stessa cosa.
Cominciai
a tentare di studiare dai libri, che poteva ancora andare per storia e
letteratura, ma cose come matematica o, peggio, latino?!?
Leggevo le parole, sempre tutte ammassate le une sulle altre come sardine, e queste perfide creature aliene subito cominciavano a tentare la fuga iniziando a mischiarsi. Io, tenace, le rileggevo e poi di nuovo e poi ancora.
Per ore.
Il risultato era sempre: MAH?
Il latino era al di là di ogni ragionevole possibilità.
(.............)
Fu alle
superiori che cominciarono i guai: gli insegnanti non solo non ci seguivano,
presi per lo più da frustrazioni familiari e beghe professionali, ma, se
spiegavano, lo facevano in modo quantomeno discutibile: fissavano il vuoto e
parlavano come a loro stessi, ripetendo a memoria le parole dei libri di testo.
Spesso camminavano tra i banchi leggendo
il testo con voce piatta e facce ispirate, finché la campana suonava e… e
quindi?!?
MA SEI PAGATO PER GIRONZOLARE CON UN LIBRO IN MANO?!?Leggevo le parole, sempre tutte ammassate le une sulle altre come sardine, e queste perfide creature aliene subito cominciavano a tentare la fuga iniziando a mischiarsi. Io, tenace, le rileggevo e poi di nuovo e poi ancora.
Per ore.
Il risultato era sempre: MAH?
Il latino era al di là di ogni ragionevole possibilità.
Passavo i
pomeriggi a piangere tentando di studiarlo, finendo per lasciare l’attività
sportiva, gli amici e qualsiasi altra cosa, pur di riuscire ad imparare almeno
le prime due declinazioni.
Non ci
riuscii mai ed è inutile dire che le altre materie iniziarono a risentirne.
La mia
vita alle superiori fu un tremendo calvario, una strada che precipitava sempre
più giù, senza che io potessi trovare un freno o un appiglio da qualche parte, un
paracadute, un cuscino, almeno!
Grazie a
lui passai gli esami, comunque, meglio di molti miei compagni: il mio tema fu
il migliore della scuola in assoluto e il compito di matematica sufficiente,
anche se un po’ tirato per le orecchie.
Gli orali
passarono, mi torchiarono parecchio per via del mio terrificante percorso
scolastico, e, con mia grande gioia, la commissione fu più che soddisfatta, al
punto di credere che gli insegnanti fossero stati ingiusti nel giudicarmi.
Il membro
interno avrebbe voluto incendiarmi, ma io provai una incredibile, sublime,
ineffabile, soddisfazione e uscii da quella Corte Marziale con un sorriso
sognante, stringendo mani e regalando benedizioni e incoraggiamenti (..........)
Se avevo
pensato che all’Università le cose sarebbero cambiate, mi sbagliavo. Prima o
poi, scoprivo sempre che c’erano delle dicerie su “quella strana”.
Alla fine
mi ritrovai a dover lasciare gli studi, ufficialmente per ragioni economiche,
finii per cambiare un lavoro precario dopo l’altro, a lavorare praticamente
gratis, anche se svolgevo mansioni di un certo livello, e questo solo per via
della poca credibilità che avevo e della mancanza di quel famoso “pezzo di
carta”.
Per anni
lavorai per un’assistenza telefonica.
Cioè, uno
studia una vita animali, alberi e montagne, per poi finire a blaterare
sciocchezze in un telefono per quattro soldi. Sarà frustrante?
Alla
fine, quando ero ormai alla disperazione, riuscii a convincere una riottosa conoscente
ad introdurmi alla correzione di bozze e, finalmente, potei lasciare cuffiette
e telefono.
Si, lo so
che fa ridere! Ora suppongo che sarete lì ad immaginare una dislessica che
corregge bozze e vi rotolerete, vero?
Beh,
sappiate che è terapue ret terapeutico, ecco!
E che un
dislessico è molto preciso, ci sta davvero attento alle cose, molto più dei
normali. Vero che non sempre capisce dove sia l’errore, per carità, ma dopo un
po’, dopo la ventiduesima rilettura, in genere comincia ad aver vago sentore di
stranezza e, alla fine, con i suoi tempi, ci arriva. Ovviamente lavora il triplo e guadagna un terzo, e deve trovare una casa editrice che sia paziente e comprensiva. Non una molto grande e famosa, con tanti tempi stretti, quella non lo prenderà mai.
Ad ogni
modo, quel lavoro mi permise, finalmente, di andare a vivere da sola, facendo i
salti mortali e rinunciando a tutto ciò che non era assolutamente
indispensabile e a volte anche a ciò che lo era. Lavoravo tappata in casa, la
mia vita sociale era un disastro, ma era meglio che niente. Il mio incubo
ricorrente era restare senza lavoro e dover tornare dai miei con la coda tra le
gambe.
No, non
lo avrei mai accettato, piuttosto la morte! Piuttosto sarei andata a lavare i
finestrini delle auto ai semafori!
Poi, un giorno, successe qualcosa…
(...continua link p.:3)
..eccomi:)
RispondiEliminanon vedo l'ora di sapere cosa succederà..
se la prende nà bella rivincita sta' ragazza, si?!?!?
eddai..
Sssiiii, ma non è tutto qui...è complicatino, ve l'ho detto, doveva essere una ventina di pagine, invece...è uscito il triplo!!!!
RispondiEliminaForse dovrei creare una pagina statica apposita, ma...
Beh, per ora abbiate un po' di pazienza, sai che non metto due "puntate" di seguito.
Domani postiamo le spiegazioni sulla Prehnite, poi un paio di cosine, e poi comincia la parte divertente e, purtroppo, non più autobiografica.
Checcavolo!!!!
Guarda. non devi affatto preoccuparti..chi viene qui lo fa con piacere e legge con piacere ciò che scrivi..quindi tranquilla!!
RispondiElimina..autobiografica..ah ma allora...allora avevo intuito bene.....?!!?
Ma quanto è superficiale la gente!!! Comunque... dai dai che voglio leggere il resto!!
RispondiEliminaPerchè non più autobiografica??
Perché io non ce l'ho una zia valdombriana!!!! BUHUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaAspettiamo con ansia!
RispondiEliminaEh, ma non posso mettere tutto di fila, però!!!
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