Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

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Su, su, guardate, guardate...

lunedì 26 maggio 2014

Collaborazione N° 4 con Luigi Intorcia

Eccoci...
teoricamente dovevo metterci meno...
il lavoro per Celtica prosegue, ecco un collierino della serie in collaborazione con il mio amico Luigino.
Questa era la mia pietra preferita, a parte un altro paio che però sono di tipo diverso, ma ne parleremo più avanti.
Io avevo in mente un risultato diverso, ma...come si sa, non gli umani decidono, ma i sassi stessi.
Vedete se vi aggrada:

Non ho preso le misure del metallo usato. Comunque, Rame rosa da 0.8, 0.6 e 0.25
Sasso con fatuzze e fatine by Luiggino, Pietra di Luna (Adularia) e Granati
Qui sotto chiusura ad "S":

 Particolare del centrale davanti:
 ...e dietro:
 Purtroppo la montatura ha coperto la firma del fanciullo, il quale dovrà provvedere a rifarla in zona più visibile. Pazienza
 
Com'è? Può andare?

giovedì 8 maggio 2014

Frammenti: "Il Tocco Nel Cuore"...una "reumatica storia da more"

Avevo giurato, tipo alle elementari, che non l'avrei mai fatto.
Che non avrei mai e poi mai scritto quelle ridicole storie d...ddaa...daaa....mmore, sdolcinate e reumatiche.
Ma siccome io sono, come direbbe un certo Richard Bach, una che si mette a scrivere quando proprio non può farne a meno, obbligata da un'idea che si fa così rompiscatole ed insistente da prenderti per sfinimento e costringerti a sedere alla tastiera e buttarla giù, beh...alla fine non ho potuto farne a meno.

L'idea è arrivata nei mesi bui di quest'inverno, forse capitata giusto per farmi evadere, forse perché era lì che aspettava da chissà quanto tempo e, sempre presa da altro, non l'avevo notata.
Nasce, come molte cose, da una frase colta per caso, non ricordo riferita a che, sul genere: "Il principe prende la fanciulla, la porta al castello e ne fa la sua principessa"... O_O

No, dico...ma perché una, libera, che fa quello che vuole, va dove vuole e quando vuole, che ha la sua casetta, magari modesta, ma privatissima e raccolta, dovrebbe essere così scema da voler diventare una principessa, tutta obblighi, crinoline inamidate e niente privacy?
Per...ammmore??? Ma perché l'ammmore è una fregatura? Bisogna soffrire per essere belli e pure per averci l’Anima Gemella?
E se...
e se invece facessimo, per una volta, che il bel principe manda tutti a quel paese e se ne va libero e felice a vivere nel bosco con la sua non-principessa, per esempio?
E se, invece di essere lui a salvare lei, fosse la fanciulla a salvare in principe? O magari facessero a turno, sempre per esempio?
E così l'idea ha iniziato a tirare per la manica, e dai e dai, alla fine è nata questa storia.

Ho messo le note tra parentesi là dove necessario, ma per non infastidire troppo la lettura, alleggerisco dando qui i dati più importanti.

1) Come Hitchcock, mi diverto a fare una comparsata nelle cose che scrivo e qui c'è, come aggiunta in corso d'opera, alla fine molto utile, una parte autobiografica, che è tutta la parte in cui la protagonista femminile rischia lo sfinimento totale a causa del nonno.
Le cose che lei vive in quel periodo sono la cronaca (più o meno, non vivo in una capanna presso una carbonaia) dei mesi tra gennaio e fine marzo.

2) Come si vede, il principe NON è biondo, NON ha gli occhi azzurri, NON ha un cavallo bianco e nemmeno vent'anni. Figo è sicuramente figo, ma ben diverso dai vacui principi azzurri delle favole.
E' un personaggio complesso, a volte cupo, affascinante e, sopra ogni cosa eretico.
No, davvero, non intendo erotico, dico proprio eretico, nel vero senso della parola, infatti temo che da domani o subito dopo, verrà reistituita la santa inquisizione all'uopo di potermi agevolmente graticolare.

3) Il linguaggio è piuttosto moderno, anche se ho cercato di non usare termini anacronistici, tipo "mettere a fuoco", “scioccato”, “elettrizzato” o altre parole che nella prima metà dell'XI° secolo non avrebbero avuto senso. Uso “magnetico” in un paio di casi, in quanto il magnetismo naturale era noto fin dall'antichità, anche se con altri termini.

4) Viene citata la statura di Vehar come circa sette piedi.
Si consideri che, se oggi il piede ancora in uso nei paesi anglosassoni, è di 30 cm e qualcosina, all'epoca nelle zone alpine era di 27cm e 4, quindi il Lupacchiotto è alto circa un metro e novantuno, sicuramente molto per l'epoca, ma meno di quanto ci si sarebbe aspettati.

5) Il Trabucco è invece misura lineare di 3 metri quasi esatti.

6) Il Principe suggerisce, dall'aspetto e dall'abilità nel cavalcare in modo decisamente non usuale nel Sacro Romano Impero, né in precedenza presso i romani, ascendenze ungheresi, forse perfino più estreme, tipo unne o tartare (cosacche, considerando il termine nell'accezione di "uomo libero della steppa").
Il Principato di Eldenburg è situato in una zona all'interno dell'Impero corrispondente alla parte Nord orientale dell'odierna Austria, dove quindi non è difficile immaginare influenze di questo tipo.

7) La città di Ysengarda o Ysangarda è realmente esistita. Si trattava di un antico insediamento gallico che costituiva una città sacra (il nome ha questo significato). Con l'invasione romana e in seguito le varie e variate invasioni di varie e variate popolazioni, divenne un centro commerciale parecchio importante, una sorta di "porto asciutto" dove si poteva trovare mercanzia di ogni genere, secolare, magica,  religiosa o che altro.
Di Ysengarda si perdono le tracce intorno al XIII° secolo, quasi improvvisamente. Pare fosse situata nella zona dell'odierno biellese, non lontano dal Ricetto di Candelo.

8) Il racconto inizia con il compleanno del Principe, "poco prima del raccolto". Per molti questo significa inizio luglio, addirittura, nel Sud Italia, fine di giugno, ma ricordo che siamo nell'alto medioevo ed in Austria, quindi la data va posticipata alla fine del mese di luglio.
Per chiarire, Il Principe di Eldenburg è del Leone, non del Cancro e, considerata la sua pignolaggine, probabilmente ha Mercurio in Vergine ;)

9) Reichard, essendo tedesco, si pronuncia con la c e t dure, cioè Reikart, così come Veit è pronunciato Fait, quasi omofono della parola Faith (fede) inglese ed omofono di fight (combattere, lotta, battaglia). Orijenne è invece pronunciato Orììenn, con la i doppia accentata. Ignatius, a sua volta, va pronunciato con gn dura e la z al posto di ti, alla latina.
Brian...potrebbe essere un anacronismo: nell'XI° secolo, la grafia esatta è generalmente Bran o Bryant, ma ho voluto usare la terminologia moderna per dare al personaggio qualcosa di leggero e "avanti", come nel suo carattere, inoltre nell'XI° sec. visse il re irlandese Brian Boru, che presenta già questa grafia.

10) Si noterà che vengono usati i termini “demone” e “demonio”.
Non si tratta di una semplice variazione sul tema, ma di una reale differenza di significato. Il termine “demone”, antico quanto il mondo, è termine pagano che indica un'entità non fisica, legata generalmente alla Terra o al Fuoco, di carattere molto umorale, ma non necessariamente negativa. Il dèmone, infatti, può essere alleato di uno sciamano o uno stregone, ma, proprio per il suo carattere volubile, non facile da trattare.
Il termine “demonio”, invece, è cristiano ed indica un'entità sempre totalmente malvagia, il nemico assoluto, l'anti-Dio (avversario= shaitan).
Questi due termini sono usati infatti il primo dai Valdombriani, il secondo dalle genti esterne.
Veit usa in genere il termine dèmone, pur essendo del mondo di fuori, ma lui non conta.

11) Per quanto negli ultimi anni autori magari non serissimi abbiano attinto senza pudore ad altri autori un po' più seri per i loro racconti o saghe, voglio chiarire l'origine di una frase, importante e ricorrente nel racconto, che appare in non ricordo quale volume delle "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" di G.R.R.Martin.
Non impazzisco per la sua saga, ma tocca dare a Martin ciò che è di Martin. Il concetto che mi aveva colpita nel primo o secondo volume della saga, ricorre qui non in quanto a lui rubacchiato, ma perché esprime perfettamente qualcosa che è per me fondamentale e rappresenta l'insegnamento del Principe.
Non lo cito per non rovinare la sorpresa, tanto si riconosce.

12) Viene citato Giulio Cesare e la sua infruttuosa ricerca della Terra d'Ombra...per andare al “frammento” relativo cliccare:
 http://valdombrafairies.blogspot.it/2011/08/frammenti-luomo-che-diede-il-nome-alle.html
e seguenti.

13) Scrivere fantasy non è facile come sembra, soprattutto se si tenta di farlo coscienziosamente. Ogni mondo, ogni storia, ogni particolare deve avere regole coerenti, anche se autori non coscienziosi e probabilmente improvvisati, spesso lo dimenticano o non se ne curano proprio.
D'altra parte è un modo meraviglioso di dire cose che, altrimenti, non sarebbe prudente dire, usando metafore, più o meno velate, simboli, personaggi. Si può spiegare, magari rendendo ciò che si spiega un po' più colorito e divertente perché, non dimentichiamolo, è un fantasy!
Si possono passare messaggi...ed è questo ciò che il Principe chiede, da oltre le nebbie del tempo.

Ecco il link         
pssssttt? Per andare alla pagina...dovete cliccarci sopra. Al link, dico ;)