Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

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Su, su, guardate, guardate...

mercoledì 30 luglio 2014

Frammenti: "Come Polvere Nel Deserto" p.:2

(Link alla parte precedente: Come Polvere...P.1 )
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[…]
Ci incamminammo lungo i viali, verso il piccolo bar con dehor in cerca di tè freddo, dove Marabel poté lavarsi le mani leccate accuratamente da Grigno, che fu molto perplesso: perché mai l'umana doveva lavarsi, se ci aveva già pensato lui, con un lavoro di fino?
«Mi hai detto che tuo papà studiava popoli come Dogon, Aborigeni Australiani e popolazioni siberiane, soprattutto, come mai avete vissuto praticamente in tutte le città con musei Egizi del mondo?» azzardai, una volta al tavolino.

«Oh, fu a causa mia... a un certo punto papà fu costretto a studiare quasi di nascosto aspetti non comuni e non proprio ortodossi della civiltà egizia. Argomenti, come dire, alternativi».
Sollevai un sopracciglio: «Alternativi?»
«Beh, sì» rispose: «Non convenzionali, nonuniversalmenteaccettatidallacomu­nitàscientificaanzi
Sogghignai: «Ma come a causa tua? Sei scappata dal Louvre con qualche reperto?» Le scappò da ridere: «No, magari! Stavo per farlo ad Al Qahirah, ma papà mi ha legata e imbavagliata».
Ero sempre più curiosa e lei doveva aver davvero voglia e bisogno di parlare con qualcuno.
 

«Non avevo ancora due anni quando presi una delle tante malattie infantili e, come succede in questi casi, mi venne la febbre piuttosto alta.
Il pediatra mi prescrisse dei febbrifughi ma, durante notte, accadde un fatto che allora sembrò incredibile perfino a un sognatore come mio padre.
Erano appena passate le tre del mattino, quando i miei furono svegliati da una voce infantile che parlava fluentemente una lingua sconosciuta.

Ero seduta nel mio lettino, del tutto priva di febbre, e continuavo a parlare con tono piuttosto imperioso in quel misterioso idioma. Dopo un po' mi addormentai, e al mattino ero tornata quella di sempre.
Mio padre non ne parlò con nessuno, temendo di risvegliare l'interesse di qualche neurologo troppo zelante ma, poco tempo dopo, ancora una volta durante la notte, mi svegliai e, parlando quella stessa lingua, mi feci portare al balcone, davanti alla Luna piena, dove presi a cantilenare quella che pareva una preghiera.
I miei mantennero il segreto, sperando che il fenomeno scomparisse così com’era venuto, chiedendosi cosa potesse aver causato quell’effetto.

*****
Quando scendemmo, (papà) mi prese per mano e mi chiese di raccontargli quello che sapevo del Faraone Fanciullo.

Poco. Sapevo solo che non volevo più, per nessun motivo, perdere di vista la sua immagine, che non avrei potuto sopravvivere senza rivedere quel viso, anche se non era il suo vero viso, ma una maschera d'oro e smalti.

Lui prese uno di quei grandi, misteriosi libri e, incredibilmente, strappò con cautela una pagina con la foto della meravigliosa immagine e me la regalò. Ricordo che la presi reggendola con la punta delle dita, trattenendo il respiro per l'emozione, e me la strinsi al cuore. Sentii uno strano calore scendere dentro di me, qualcosa di simile a una carezza e una bevanda tiepida e dolce insieme, a un tempo bellissimo e ancor più doloroso.

*****

Più tardi, l'Egittologo, cautamente, mi chiese se sapessi che cosa fosse successo dopo la morte del giovane Faraone. Feci cenno di no.
Tutto era buio e silenzioso, dopo, come se si fosse spento il Sole e il mondo intero fosse morto.
*****
Avevo quindici anni quando, nella nostra pensione, arrivò uno studioso inglese. Si occupava di regressioni ipnotiche, di cui era pioniere, alle quali lavorava in segreto, onde evitare di essere preso per pazzo totale: erano i primi anni settanta e faccende del genere erano considerate stregonerie. D'altra parte, le sue ricerche ufficiali vertevano per lo più su questioni psicoanalitiche o sulle possibilità di usare l'ipnosi in campo medico.
Così, un giorno, papà gli raccontò la mia storia. L'uomo rimase molto colpito e, a cena, mi chiese se avessi voglia di saperne di più.
*****
Più tardi, mentre la pioggia batteva insistentemente sui vetri, ripensai alle parole di Marabel. C'era dell’incredibile, a parte l'intero racconto, ovviamente.
L'adorazione, ma anche la corrente elettrica che si percepiva quando parlava del Faraone erano qualcosa di oceanico.
Non aveva parlato d'altro che di un abbraccio, di un bacio in fronte, eppure la descrizione, la profondità delle parole e della sua voce, creavano la tensione erotica più intensa e struggente in cui mi fosse mai capitato di imbattermi. Poche parole che mettevano i brividi, facevano venire la pelle d'oca perfino ai sassi!

 



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(...continua link p.: 3)

3 commenti:

  1. Ho i brividi e non ti dico che sto aspettando la 3 parte con la bava alla bocca perchè non sarebbe elegante!!! però... sbrigati!! ;)

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  2. Io adoro questa donna...
    Fammi postare prima almeno un gioiellino, come intermezzo...

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