Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
La verità è che qui la vera protagonista è la Terra, com'è o come avrebbe potuto essere se...Se l'uomo non fosse com'è, se si fosse evoluto diversamente, se le cose fossero andate in un altro modo...

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Su, su, guardate, guardate...

lunedì 7 gennaio 2013

Frammenti: Il Dono p. 11

Post modificato, restano a disposizione brevi estratti dei capitoli
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...È vero: alle Terme i cellulari prendono, se c’è un po’ di vento e, in Primavera, di vento ce n’è praticamente sempre.
Così, mentre mi strofinavo gli occhi pesti e brucianti, tentando di recuperare una vista normale, che non mi facesse sentire come in barca, arrivò una telefonata di Franco: “Tesooooro, ho una notizia FANTASTICA!!!”
“Ti sei fidanzato?” domandai, poco convita (conoscevo fin troppo bene gli entusiasmi amorosi di Franco e le sue rapide e disperate delusioni). “Macché! Meglio, molto meglio!! Hai presente i miei studenti? Beh, se ne vanno! Tutti e tre!!! Capisci cosa vuol dire?”

“Oh, cavolo, si che capisco! Sei senza inquilini, tutto in un colpo! Ma non dovrebbe essere tanto difficile trovarne almeno un paio di rimpiazzo, no? Studenti fuori sede ce ne sono sempre”
“Come? Ma cosa stai dicendo, che studenti? Non voglio altri studenti nel mio delizioso appartamentino, sporcano un sacco e poi litigano per chi deve fare i mestieri! No, non ne avevo proprio più voglia! Ma tu non sei contenta?!?”
“Ma… ma quell’alloggio è una delle tue fonti di guadagno…”

Forse era lo stare troppo in un mondo così fuori dal mondo, ma non vedevo che ci fosse di fantastico nel perdere tre inquilini paganti in un colpo solo.
“Ma cara, puoi prenderlo tu!! Non ti andrebbe di venire a vivere nel mio appartamentino?”

Cavolo, quell’appartamentino, come lo chiamava lui, era una fig era stupendo! Una bellissima cucina su un balcone verandato che diventava terrazza, due stanze ampie, un bellissimo bagno e perfino una deliziosa mansarda. “Fra, non credo di potermelo permettere…” sospirai mesta.
“Ma scusa, mica che te lo lascio a prezzo pieno, no?!? Sei mia sorella, e io non ho bisogno di tutti quei soldi, mi bastano, chessò, trecentocinquanta!”
Stavo per cadere dalla sedia: “Rrrttt… trcc… scrai zetando?”

“Mannò che non scherzo! Non vedevo l’ora, e poi ho l’affitto della casetta a Montmartre e del monolocale! Con quelli e i tuoi tre e cinquanta, in teoria non avrei nemmeno bisogno di affaticarmi a lavorare!”
Non aveva mai voluto affittare il monolocale sopra la casetta di Montmartre e pensai che lo facesse per potermi dare quell’alloggio a prezzo ridicolo. Tirai su col naso.

“Alooora, vuoi venire? Guarda che c’è la fila, sennò!” Non avevo dubbi: “Vengo che certo… cieò… sono già lì!”
(...)

...In quel momento, la zia era nella sala relax con un paio di altre signore, così presi la giacca a vento e mi incamminai verso il cancello sul retro.
Lui era là, seduto sul monticello del giardinetto pietroso, vicino al cancello del mio primo incontro con i lupi.
“Quindi te ne vai?” chiese prima ancora che lo raggiungessi: “Si, sabato” risposi di malavoglia.
“Come farai?” disse dopo un bel po’.
Sedetti accanto a lui: ormai era normale avere un… una “Fata Padrina” con cui sedermi a chiacchierare in mezzo ad un giardinetto botanico zeppo di lucine colorate che svolazzavano qua e là.
“Non lo so, esattamente. Non so nemmeno se ho ancora voglia di tornare al mio vecchio lavoro, anche se in qualche modo devo mantenermi… avrò la casa, vado a stare nell’alloggio di un mio amico, lui abita sotto e c’è un giardino bello grande”
Sbuffò, con un leggero ringhio: “QUI è bello grande!”

“Lo so, ma è là che devo stare, per adesso e… Sai, Vehar, vorrei diventare schifosamente ricca, comprare dei terreni su per le Montagne e poi ricostruire villaggi abbandonati, rimboschire e anche creare aree coltivate tra casette tipo quelle di qui, e far venire gente che voglia vivere in un modo diverso, nuovo. O molto antico. Che sappia vedere le Fate, parlare con gli animali e con le piante e…”
Grrroouurrvv!!!”
“Prego?”
“…Succursale di Valdombra! Non ci riuscirai, non funzionerà con quelli!”

“Beh, il mondo è molto grande e ci sono brave persone, forse non moltissime, ma meritano anche loro un posto dove ricominciare in un altro modo, non trovi?”
“Ne hanno avuti migliaia di posti e li hanno rovinati tutti. Hanno avuto migliaia di occasioni e le hanno gettate via. Il Primo Popolo è piuttosto stufino di quella specie, sai?”
 
Qualcosa, nelle sue parole, mi mise in allarme: “Non sono tutti così, davvero! E poi… e poi pensa alla terra, ritrovare luoghi dove vivere un po’ come migliaia di anni fa, ma con possibilità super moderne!
Come se ci fosse stata un’evoluzione intelligente, anziché tecnologica e distruttiva! Come se l’uomo e la terra fossero cresciuti insieme! Dai, non trovi che sarebbe fantastico?”
“Ah, non so, io ci vivo in un posto così”
I lupi sono testardi, soprattutto alcuni.

“E quando torni?” chiese dopo un po’.
“Appena posso. Tipo, verso giugno, per esempio. Mi piacerebbe fermarmi un po’ e poi tornare ad agosto, magari tutto il mese.”
“…wow!”
“Non ti va che me ne vada, eh?”

“Non è il tuo posto, là” rispose malmostoso.
“Non mi stai aiutando!”
“Non ne avevo proprio intenzione!”
“Ma sarà tutto diverso, adesso! Andrò in una casa bellissima, con un giardino stupendo e… ascolta! Quanta gente, là fuori, forse sta sognando un posto come questo e lo sogna come un mondo da favola, che non può esistere se non nel sogno!
O magari non lo sogna nemmeno, perché ha smesso di farlo, come era per me fino ad un mese fa! Come sarebbe andata se io avessi saputo fin dall’inizio la verità sulla mia nascita, sulla Valdombra e… e se qualcuno mi avesse…” restai a metà della frase, folgorata da un pensiero: “Se qualcuno mi avesse insegnato le cose che ho impiegato anni a capire, fino a quando non sono arrivata qui. Se avessi saputo di avere uno scrigno pieno di tesori, di cui qualche burlone ha gettato la chiave…”

(...continua link p.:12)

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