Due parole sul blog

Se pensate che qui si parli di Fate, Elfi e Creature simili, beh, avete ragione.
Quasi.
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Su, su, guardate, guardate...

giovedì 20 settembre 2012

Frammenti: "Il Dono" P. 5

Per i visitatori occasionali, ricordo che il post è modificato a causa dell'uscita del libro, rimane un estratto del capitolo.


...Entrare nell’albergo fu un’esperienza indimenticabile di per sé.
Era una specie di incrocio tra Neuschwanstein, la palazzina di Stupinigi e Chaumont.
Ci si arrivava attraversando il minuscolo paese che lo circondava, chiamato semplicemente “Terme”, dove tutti vivevano lavorando alle medesime o per qualcosa che le riguardava.
La via principale si apriva a ventaglio sui cancelli del parco, oltre i quali si entrava in un mondo incantato: era un susseguirsi di angoli boscosi, stagni, fontane, sentieri e viali che si snodavano tra giardinetti pietrosi, orti botanici e un viale centrale fiancheggiato da aiuole alla francese, che portava ad un ponte levatoio, il quale introduceva finalmente all’interno dell’Hotel.

Alcuni clienti passeggiavano lungo il viale o si addentravano nei viottoli che sparivano nel folto dei boschetti, un paio di cavalieri ci passarono accanto e superarono il ponte trotterellando.
Entrati nella corte del castello-albergo, vidi venirci incontro una ragazza… vidi avvicinarsi una figura eterea, slanciata e dalla grazia e bellezza ultraterrene.
Non potevo fare a meno di fissarla ebete perché, non so come e non so se per un mio problema alla vista (che però riguardava unicamente lei), brillava.

Si, intendo che era circondata da un alone luminoso che non dipendeva da riflessi della luce, anzi, era più evidente se passava in ombra.
Aveva, è vero, lunghissimi capelli biondo platino, che ondeggiavano lungo i suoi fianchi ad ogni passo, ma dubitavo che fossero la causa di tale brillantaggine.
E, ora che era vicina, vidi che aveva gli occhi, due per l’esattezza, color ametista. Direi Ametista messicana, no, forse sarda, di quella viola scuro sull’apice e bianco-azzurrato alla base, cosa che va benissimo se sei un cristallo di Ametista, per carità, ma se sei un occhio, o due, di un qualsiasi essere umano, ecco… potrebbe risultare quantomeno inusuale.
E poi c’era poco da fare: quella ragazza brillava.
Avevo letto, in un libro abbandonato su un autobus, di una specie di vampiro mutante che, anziché incenerirsi al sole, sberluccicava come uno swarovski, ma questa era una cosa diversa, un po’ come gli angeli negli effetti speciali di certi telefilm, solo meno intenso.

“Ciao!” esclamò tendendomi la mano: “Sono Joelle Antamatten, tua cugina…”
Io strabuzzai gli occhi: “Bllgrf…”
“Eh?”
“Non preoccuparti, Joelle, lo fa spesso. Anche quando ho suonato per sbaglio l’allarme del bagno di un ristorante ha fatto un po’ così. Ha proprio bisogno di rilassarsi, non trovi?”

Io continuavo a fissarla con gli occhi sbarrati, lei pareva trovare la faccenda molto divertente.
“Oh, davvero? E tu come hai fatto a suonare l’allarme da un bagno?”
La zia alzò il naso, un po’ offesa: “Bohf, che vuoi, pensavo fosse la catenella dell’acqua… sono loro che costruiscono i bagni in modo molto discutibile! Comunque, quando sono uscita, c’era un sacco di gente ad accogliermi! Sembrava una parata!”

Non la stavano accogliendo, naturalmente.
È che la zia era entrata in un bagno per disabili, non aveva trovato la luce e nemmeno la catenella dell’acqua, almeno non al primo colpo, e fuori c’era solo un sacco di gente preoccupatissima per via dell’allarme che continuava a suonare come le trombe del giudizio, mentre io ero impegnatissima a sentirmi un verme.
In quel preciso momento ero altrettanto impegnatissima a cercare di chiudere la bocca e recuperare un minimo di dignità.

“Che bellissimo gatto!” stava intanto dicendo la creatura.
“Sc-scus… mat-mattù com’è che faresti ad essere mia cugina, di grazia?” riuscii ad articolare.
Lei sorrise. Un sorriso abbagliante, nel vero senso della parola, dal momento che la luce che emanava si fece decisamente più intensa: “Oh, si, non di primo grado, ovviamente! Dunque… il papà di Greta, tuo bisnonno, era fratello della mia bisnonna, giusto Greta? Insomma, i nostri bisnonni erano fratelli. Credo significhi che siamo cugine di terzo grado. O quarto. Beh, in ogni caso non ha molta importanza, no?”

Cugina. L’apparizione era mia cugina! Di un grado indefinito, ma cugina!
Però! Chissà se, allenandomi molto, avrei potuto brillare un pochetto anch’io? Elidendo in qualche modo i geni materni, ovviamente.
“Che bello!” balbettai. Lei mi rivolse un altro sorriso molto smagliante, prese la borsa di Micky, che cominciò a farle una corte spudorata (adora le belle ragazze, soprattutto le bionde) e ci condusse nell’albergo: “Per fortuna c’è stata una disdetta, la suite è libera fino a fine mese, se volete!” disse compiaciuta.
Io rischiai di travolgere un paio di signori e di cadere a mia volta, visto che camminavo a bocca spalancata guardando contemporaneamente da tutte le parti.
Il pavimento era ad intarsi in Quarzo bianco, rosa e fumé, che creavano, intersecando la luce delle vetrate gotiche a mosaico, riflessi e disegni che mutavano con l’avanzare del giorno.

Dai soffitti alcuni grandi lampadari di fattura molto atipica rifrangevano la luce di minuscole candele, facendone aumentare a dismisura l’intensità. Erano formati da piccole lastre di quarzo lenticolari, asimmetriche, così da moltiplicare diverse volte la luce di una singola candela all’interno di ogni settore, in una specie di gioco di specchi.
Pensai che fosse un gran bel modo di risparmiare energia e mi ripromisi di studiarmi bene la tecnica, nei giorni seguenti.

Non mi accorsi della reception, né di aver sbrigato quelle ridicole faccende tipo registrarsi, consegnare documenti e prendere chiavi, ma in qualche modo mi trovai a salire uno splendido scalone bianco scintillante. Doveva essere la quarzite estratta da quella famosa frana e c’erano screziature di un giallino molto, molto sospetto. Strizzai gli occhi, rischiando di inciampare nel gradino e di finirci sopra con il naso spiaccicato, ma non feci commenti. Ma che posto era quello?!? Stavo camminando su scalinate di Quarzo aurifero!

La stanza, pardòn, la suite, era in una delle torri e guardava da un lato verso la Serra morenica, dall’altro verso i laghi.
“Qui, se c’è vento, i cellulari prendono e puoi perfino usare internet” spiegò Joelle: “Però devi uscire sulla terrazza e fare in modo che la parete della Serra non sia proprio davanti a te, sennò fa da schermo. Oh, avrai notato che, dall’altra parte, non è esattamente una serra, vero? C’è una parete, contro cui la morena si è schiacciata, molto antica, basaltica. È un simpatico mistero geologico, sai?”
Ma davvero? Incredibile che in quel posto ci fosse un mistero!

“La leggenda vuole che, in un tempo antichissimo, gli uomini avessero iniziato a comportarsi male e avessero compiuto atti malvagi verso Terra Madre. Allora gli Elfi spezzarono l’alleanza che avevano stretto con loro, si ritirarono qui nella Valle dell’Ombra e fecero sorgere dalle profondità della Terra un muro di basalto che impedisse agli uomini di raggiungerla. Ovviamente è una leggenda”
“E beh” sorrisi: “Ovvio!”
“Vero? Lo sanno tutti che gli Elfi non hanno un simile potere, sono i soliti millantatori!” concluse strizzandomi l’occhio.

(....continua link p.:6)

11 commenti:

  1. Eccomi qui...passo per scusarmi e avvisare tutte voi che io sono qui, sono tornata, e siccome ora sono di fretta, presto, molto presto, cara Susanna, mi stabilirò nel tuo blog per gustarmi le prelibatezze dei post precedenti e per leggere il continuo del racconto ^__^!!!
    baciiii!!!!!

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  2. Ok! Questo significa, siorre e siorri...in questo caso siorre, che spedisco TUTTE le cuffiette!
    Era il mio obiettivo, inviare in modo che arrivassero più o meno lo stesso giorno.
    Uf,abbiamo aspettato due mesi, tra una cosa e l'altra...ma vabbé! ^_^

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  3. Scusami -.-...ma prima che tu me lo dicessi, non sapevo che le ragazze stessero aspettando il mio ritorno..ma vabbè dai..è andata!!

    comunque questo racconto (e tutti i tuoi racconti)mi piace sempre di più, ho sempre cercato delle cose da leggere di questo genere, che mi prendessero così tanto, ma niente..in giro non ne ho mai trovate..quindi GRAZIE perchè le condividi con noi, e poi, se hai paura di annoiare, allora io vorrei annoiarmi tutti i giorni!!

    ps:come è andata a finire, poi, la storia della Serafinite?!?

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  4. Guarda, bella bimba, in realtà lo sapette solo la mia amica Sonia, che tu dovrebbi conoscere...sono io che voletti avere tutte le aspiranti cavie, così vi arriva tutto più o meno insieme.
    (Spero nessun bambino delle elementari legga 'sta cosa, sennò potrei essere citata per catastrofe infantile!)
    Non ho neppure fotografato le vostre cuffiette, così non le vedete prima.
    Sono sciocchezzuole, ma ho cercato di fare delle sciocchezzuole graziose, pensando a voi, almeno per come vi conosco e seguendo i vostri gusti, ovviamente.

    La storia è finita. Nel senso che ho consegnato la scatolina, sono fuggita con una scusa e poi non li ho più visti per un mesetto.
    Quando ci siamo rivisti perché siamo andati a mangiare lì, erano amichevoli, ma, soprattutto la signora pareva un po' imbarazzata, così le ho buttato lì una battuta sulla presunta eliminazione del denaro contante, chiedendo se potremo ancora andare a mangiare da loro normale o se dovremo poi accendere un mutuo...si è chiacchierato un po' di questa cosa e via.
    La volta dopo ci siamo trovati da soli, eravamo arrivati tardi per impegni di papino, così lei ha trovato il coraggio di affrontare l'argomento. Dice che sono bellissimi e che è bellissimo il significato.
    In effetti, non avrebbe avuto senso dar loro qualcosa che non avesse un simile significato...
    Adesso penso che Giuliano sia contento, anche se non sono proprio sicura che al momento i suoi sappiano bene come usare i loro sassolini! Ai bambini, che siano qui o dall'altra parte, le cose riescono sempre più facili!
    Pazienza! ^_^

    ATTENZIONE!!! AVVISO AI NAVIGANTI!!!
    Soprattutto a Black Baccarat e alla mia amica Cristina: ieri sera, sponte sua e senza alcuna ragione logica, blogger mi ha cancellato il post "Pensieri contorti", con i vostri commenti, ovviamente...magari riposterò il gioiellino, giusto perché non mi pare giusto, tra un paio di giorni.
    Abbiate pazienza!
    ciotti a tutti!

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  5. Per quanto riguarda questo noiosissimo racconto... mi dai l'indirizzo email di questo Hotel così prenoto per il resto della mia vita????????

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  6. Ah!Ah! Guarda, un paio di anni fa, una mia amica, tornando dalle Marche dove era stata per studiare il comportamento dei rapaci di passo, vede un cartello che indicava: "Valdombra". Pensando di sognare, strizza gli occhi, guarda di nuovo, e il cartello diceva sempre Valdombra. Si volta, guarda e di nuovo Valdombra.
    Incredibile! Siamo negli Appennini, non è possibile, la Valdombra dovrebbe più o meno essere tra la Valle di Gressoney e quelle dell'Ossola!
    Strilla ai compagni di Università "Guardate!", ma il cartello era sparito. Mezzo metro più in là ce n'era uno che indicava, se non ricordo male, Val di Bella o qualcosa del genere...
    Oh, i racconti non esistevano ancora, lei conosceva a menadito il "famoso" librone che mi chiedo se pubblicherò mai, comunque il concetto è: puoi cercarla per secoli senza trovarla e poi, magari, ti si materializza davanti al naso...ma se non sei abbastanza veloce da acchiappare l'occasione al volo...potresti averla persa per sempre!
    La mia amica era una passeggera su un pullmann di studenti, ma se vi capita, anche se siete di fretta e diretti da tutt'altra parte, di vedere un cartello che prima non c'era con su scritto: "Valdombra"...vi consiglio di buttarvi a pesce! ^_^

    Domani magari voglio postare un pezzettino di spiegazioni sulle Terre d'Ombra..
    Baciotti!

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  7. Un po' in ritardo ma... grazie del racconto!

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  8. Ah, grazie a te per aver trovato il tempo di passare!

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